HISTOIRE DU SOLDAT

di Stravinskij e Ramuz | regia Luca Micheletti


" Una è la felicità. Tutta, è una. Due, è come nessuna."

HISTOIRE DU SOLDAT

da dire, suonare, danzare

musica Igor Stravinskij
testo Charles-Ferdinand Ramuz
con un epilogo dedicato a Pier Paolo Pasolini
versione italiana Giusi Checcaglini, Luca Micheletti

regia Luca Micheletti
direttore musicale Angelo Bolciaghi
coreografia Silvia Illari

con Luca Micheletti
e CamerOperEnsemble
violino Marco Fusi
cornetta Francesco Tamiati
trombone Giuseppe Grandi
clarinetto Paolo Beltramini
fagotto Fausto Polloni
contrabbasso Stefano Dall'Ora
percussione Antonio Scotillo
e con Erika Boschiroli
nel ruolo della Principessa

Intermezzo: Tre pezzi per clarinetto solo di Igor Stravinskij (1918)

spazio e costumi Luca Micheletti
luci Fabrizio Ballini, Stefano Bonetti
dramaturg Giusi Checcaglini
foto Fiorenza Stefani, Ezio Mereghetti

produzione Compagnia teatrale I GUITTI / CamerOperEnsemble

La traduzione originale è pubblicata in:
I. Stravinskij - Ch.-F. Ramuz, Histoire du soldat, a cura di Luca Micheletti, GAM, Rudiano, 2012.
 

Creata con l’encomiabile volontà di dare vita ad un’utopia – quella del teatro musicale itinerante destinato alle classi incolte – Stravinskij e Ramuz nel 1918 compongono e mettono in scena l’Histoire du soldat, riunendo un’eterogenea compagine formata da musicisti, attori e danzatori che avrebbe dovuto improvvisare un’avventurosa tournée per le province svizzere dell’immediato primo dopoguerra. Il destino dell’opera fu però differente: dopo il difficile inizio, l’Histoire fu salutata subito come un gioiello destinato a fare scuola, uno dei più innovativi e riusciti tentativi di dare vita alla chimera dell’opera d’arte totale in una raffinata versione “folk”. Attraverso l’alternarsi di scene recitate, narrate, danzate e parti esclusivamente musicali, una sorta di eclettico caravanserraglio racconta l’antico scontro tra il bene e il male, il mito intramontabile dell’incontro con il Diavolo e della compravendita dell’anima (qui simboleggiata dal celebre violino) tradotto in una fiaba popolare, vivace ed emozionante. La versione “concerto” di Luca Micheletti, unico interprete delle tre parti previste dal copione secondo un uso consolidato, insieme ai sette solisti del CamerOperEnsemble, restituisce con istrionismo e misura la limpidezza e la magia della storia, rintracciandone il fascino recondito tra i dolenti chiaroscuri della solenne morale di fondo: «Non è consentito avere tutto. La felicità è una».


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