IL FU MATTIA PASCAL

da Luigi Pirandello | regia Giacomo Colli
ripresa da Stefano Micheletti


"Via, dunque, giù, giù, tristo fantoccio
odioso! Annegato, lì, come Mattia Pascal!
Una volta per uno!"

IL FU MATTIA PASCAL

da Luigi Pirandello
drammaturgia Nadia Buizza
regia Giacomo Colli
ripresa da Stefano Micheletti

con Stefano Micheletti Mattia Pascal
e con (in o. a.)
Alessandro Balducci Batta Malagna / Paleari
Marianna De Micheli Vedova Pescatore / Sig.na Caporale
Alessandro Dinuzzi Lenzi / Papiano
Tiberio Ghitti Pomino / Scipione
Alessandra Mattei Romilda / Adriana

scene e costumi Giacomo Andrico
musiche Astor Piazzolla
scenografo collaboratore Rossella Zucchi
realizzazione scene Pier Emilio Gabusi
realizzazione costumi Studio Emanuela Marini
foto di scena Francesca Danzini

produzione Compagnia teatrale I GUITTI

Mattia Pascal sta vivendo una vita mediocre, a tratti disperata e tormentosa; ma, un giorno, guardandosi allo specchio, comprende cioè di condurre un’esistenza da uomo ‘mascherato’, un’esistenza che non ama, fatta soltanto di umiliazioni e quotidiane finzioni. Lo sbalordimento che Mattia ne prova è l’inizio di una singolare battaglia tra l’uomo composto, ‘mascherato’, da una parte, e l’uomo che reclama una vita più incerta, più precaria, ma libera, dall'altra. Anselmo Paleari – curioso esperto di teosofia, parlando un giorno con Mattia di un teatrino di marionette dove si rappresenta la tragedia di Oreste che sta per vendicare l’uccisione del padre, avventandosi sulla madre e sull’amante di lei, Egisto – chiosa: “Se nel momento culminante, proprio quando la marionetta che rappresenta Oreste sta per vendicare la morte del padre, si facesse uno strappo nel cielo di carta del teatrino, che avverrebbe? Lei non pensa che Oreste rimarrebbe terribilmente sconcertato da quel buco nel cielo di carta?”… È proprio quello che avviene a Mattia Pascal, alias Adriano Meis: Oreste, attraverso quello strappo vede l’immensità del cosmo, una prospettiva sconfinata che mette in luce – per contrasto – tutta l’angustia, l’insignificanza dei suoi valori e dei suoi propositi di vendetta, destituendoli di ogni certezza. Mattia, volato oltre lo strappo, si rende conto di quando vuota sia però l’esplorazione dell'altro cielo. Di nuovo marionetta, col nome di Adriano Meis, vorrà tornare alla vita di prima. Ma quando cercherà la reintegrazione, all’uomo che ha tentato la fuga, che ha sfidato le convenzioni, il ritorno nel circo delle simulazioni non sarà più concesso. «L’uomo ‘composto’, ‘dabbene’, ‘associato’ che era prima della fuga, cede il posto a quello sconnesso, sbalestrato, disgregato».


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