L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA
LA PATENTE

di Luigi Pirandello
regia Adolfo Micheletti


" Il primo cespuglietto d'erba su la proda. Ne conti i fili per me. Quanti fili saranno, tanti giorni ancora io vivrò. "

L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA
LA PATENTE

due atti unici di Luigi Pirandello
uno spettacolo di e con Adolfo Micheletti
e con Marianna Chiaramonte, Roberto Savoldi

dramaturg Luca Micheletti
luci e suono Stefano Bonetti
assistente alla regia Claudia Scaravonati
elementi scenici Alessandro Andreoli
realizzazione costumi Alessandra Bini
foto di scena Francesca Danzini

produzione Compagnia teatrale I GUITTI

L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA
L’urgenza di esprimere i propri tumultuosi sentimenti, i pensieri sotterranei che gravano sull’orlo di una vita solitaria e violentata improvvisamente da un male estremo... La malattia incombe e l’esistenza di prima è osservata con sguardo cupo ma raccontata con toni vibranti: impossibile annullare il gusto di vivere e vincere la paura con la razionalità, il rimpianto, il ricordo, la bellezza, la passione... Uno struggente elogio dell’esistenza, a un passo dal perderla.
LA PATENTE
Padre di famiglia a cui la gente ha attribuito il titolo di “jettatore”, Rosario Chiarchiaro perde il lavoro, viene allontanato e isolato, fatto oggetto di irrisione e scongiuro. Per vendicarsi, si reca dal magistrato, ma, a sorpresa, non chiede giustizia e riabilitazione, bensì la legittimazione legale del suo potere, che la superstizione accredita. Vuole la “patente” di jettatore, vuole rovesciare i termini del sopruso e rivalersi su chi lo ha condannato all’esilio sociale. Il paradosso, come estrema difesa dall’altro, tramutato in un grottesco assalto alla ragione, nutrito di caparbietà e cinismo, sullo sfondo di un dramma familiare piccolo piccolo, che si consuma dentro la pena tragicomica del quotidiano.


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