IL CONVITATO DI PIETRA

di e diretto da Luca Micheletti


"Ma dove sono le cose che cerchiamo, se già sono con noi, e non le vediamo?"
Sganarello

IL CONVITATO DI PIETRA

Wundersame Geschichte

testo e regia Luca Micheletti

con (in o.a.)
Diego Baldoin Cardinale Adalbert von Harrach
Nadia Buizza Donn'Anna Konstanzia
Valentina Fariello L'ombra di Schlemihl
Adolfo Micheletti Aronne Wassertrum
Luca Micheletti Sganarello
Michele Nani Don Giovanni Losio
Alberto Sarnico Peter Schlemihl
Claudia Scaravonati Dappertutto

spazio e costumi Luca Micheletti
direzione tecnica e luci Roberto Lisignoli
foto di scena Luca Gusmeroli

produzione Compagnia teatrale I GUITTI / Associazione italo-svizzera per gli Scavi di Piuro

Don Giovanni Losio era di Piuro (il “Paese del Pianto”), terra ricca ma fatale sul confine tra Italia e Svizzera, che sprofondò sotto la frana del 1618, interpretata all’epoca come un castigo di Dio. La pietra che prese vita e punì. Nella catastrofe, Giovanni perse la famiglia e iniziò a peregrinare per l’Europa, finché non si stabilì a Praga, dove divenne ispettore del dazio ed entrò alla corte del potente Cardinal von Harrach. Anche a Praga la pietra prende vita e punisce: l’antica leggenda del Golem racconta proprio questo, di un rabbino che fu in grado, nel Ghetto, di animare la materia inerte, l’argilla originaria, e di creare un uomo di pietra capace di spaventare ed eliminare i nemici del popolo ebraico. Don Giovanni Losio, a Praga, sposò donn’Anna Konstanzia. Giovanni e Anna: gli stessi nomi dei protagonisti d’un celebre e torbido amore, quello fra il seduttore impenitente (il famoso Don Giovanni, appunto) e la figlia sedotta d’un certo Commendatore ucciso dal libertino. Per la terza volta, seguendo il filo rosso di leggenda e onomastica, ritroviamo la pietra che prende vita e castiga. Sulla tomba del Commendatore, infatti, com’è noto, una sua statua si animerà fino a raggiungere il desco di Don Giovanni per punirlo a causa dei suoi peccati. Ed è proprio questa la vicenda che, da secoli nella storia del teatro, si indica col titolo tradizionale de Il convitato di pietra.
Ricomponendo un fantastico mosaico di storie lontane e vicine, miti occidentali e folclore locale, sullo sfondo surreale della magica Praga che s’alterna ad un immaginario “Paese del Pianto”, I Guitti riscrivono un inedito e sorprendente Don Giovanni, tra Molière e Meyrink, tra Chamisso e Kafka, tra Hoffmann e Ghelderode: un “fantasy” sull’occulto potere dei segni e, al contempo, una riflessione attualissima sul concetto di giustizia (divina e terrena) e le controverse dipendenze fra il delitto e il castigo.


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